Del perchè mi prendo una pausa (un’altra)
Da quando Tortecoifiori si è fatta cosa seria, ho un programma annuale che mi guida nelle grosse attività che devo svolgere ogni mese: i workshop, gli eventi, le fiere, il lancio delle novità (tipo il ricettario che sto realizzando insieme a Giulia Bianco) sono segnati su un praticissimo “calendario marketing”. Quando l’ho stilato avevo previsto una breve pausa dai social tra l’1 e il 7 aprile che poi ho annullato perchè colta dall’entusiasmo di tutte le cose belle che mi stanno gravitando attorno. Ma la verità è che io di quella pausa ho davvero bisogno e quindi dal 15 aprile torno offline (dico “torno” perche anche a gennaio avevo chiuso tutto) per una decina di giorni. E’ che Instagram inizia a starmi stretto. Di seguito spiego il perchè.
Il senso di inadeguatezza. Instagram è un posto meraviglioso che consente di conoscere persone affini a sè, di lasciarsi contaminare dalle idee e di generare cose belle. E’ uno strumento, non un fine e staccarmene mi aiuta a dimenticare la falsa esigenza di far crescere quel numerino accanto alla mia foto profilo. Il risultato del mio lavoro con Tortecoifiori io lo misuro con gli abbracci delle persone che incontro, con le chiacchiere alla fine di un workshop – spesso sold out -, con le proposte da parte di aziende e realtà che vogliono collaborare con me, con le richieste di corsi in ogni parte d’Italia. Questa ossessione del successo fine a se stesso e che si tramuta in continue sponsorizzazioni prive di senso, in polemiche sterili su bot e altre diavolerie, in regolette per avere un profilo acchiappa-like, generano in me inquietudine e senso di inadeguatezza. Non sarà la funzione Swipe Up a rendere appagante la mia vita.
Il confronto con i professionisti. Su Instagram seguo tantissimi professionisti della comunicazione, del digital marketing, della pasticceria. Giustamente ciascuno di loro ogni giorno affronta questioni diverse con approcci e opinioni divergenti. “Bisogna fare molte stories” spiega uno, “Bisogna essere più riservati” controbatte un altro, “Chi mette i fiori sui dolci è un incosciente” sentenzia un altro ancora. Alle volte diventa davvero complesso dare ascolto e credito a tante campane. Il risultato è che mi sento costantemente sotto giudizio come se quei professionisti stessero valutando proprio me. Vivo con il timore che a sollevare tutte quelle questioni sia il mio cattivo lavoro e questo pensiero mi immobilizza e mette pressione. Certe sere – e lo scrivo con le lacrime agli occhi – mi vien voglia di strappare le mie cartoline con le margherite e dedicarmi soltanto all’università.
L’importanza della discrezione. Mi sono riscoperta permalosa e non lo sono mai stata. Abitualmente non porto rancore eppure ho notato che da quando mi mostro con più frequenza nelle stories ricevo messaggi da parte di chi con confidenza e più o meno educazione mi dà consigli su come dovrei esprimermi o su quali scelte di vita sarebbe meglio che intraprendessi. Delle volte apprezzo questi comportamenti da parte di chi mi segue, delle volte mi offendono. Ho riflettuto a lungo in merito e sono giunta alla conclusione che la mia reazione dipende moltissimo dal momento in cui leggo quelle osservazioni. Chi mi scrive non sa che cosa sto affrontando quel giorno, non sa se sono arrabbiata o se ho ricevuto una brutta notizia. C’è un telefono di mezzo. Non ci conosciamo per davvero. E’ meglio, delle volte, tenere la propria opinione per sè, restare in silenzio. A questo proposito, consigliatissimo il tutorial su Come imparare la discrezione scritto da @signorinalave e illustrato da @bisc_otti.
Il tempo. Instagram mi fa perdere tempo. Mi distrae, abbassa la mia soglia di attenzione e di concentrazione. Lo apro per controllare i commenti sotto al mio ultimo post, finisco – 30 minuti dopo – a guardare un tutorial su come dar forma ai fiori di burro. Ma non solo: ci vuole molto tempo per fotografare e scrivere e registrare contenuti interessanti. Tortecoifiori è bellissimo, ma ruba tempo allo studio e a tantissime altre cose che amo fare e che faccio raramente. Per esempio, ho una gran voglia di sistemare la mia bici e andare a pedalare lungo il Naviglio Pavese. Lo sapete che ho una Graziella dello stesso colore del mio Kitchen Aid con i fiori di stoffa incastrati nel cestino?
S’è persa la poesia. Tra le mie passioni c’è senz’altro il marketing. E’ ciò che studio all’università, che leggo nel tempo libero, che osservo ovunque, anche mentre aspetto il tram. Più che godermi i post e le belle foto, son finita a valutare tutto con gran senso critico. Della cantautrice che mi piace tanto guardo più le strategie di lancio del nuovo singolo, che non quel che suscita in me la nuova canzone. Di quell’altro brand interpreto con diffidenza l’insistenza con cui ripete un codice sconto… Forse le sue vendite non stanno andando bene come previsto. Vorrei di tanto in tanto riuscire a spogliarmi di queste vesti da sapientina e rimettermi a navigare per il solo gusto di trovar bellezza.
Insomma, Instagram è un posto meraviglioso, ma delle volte mi mette a disagio. Esco a prendere una boccata d’aria e a ritrovare la poesia. Per tutto il resto ci sono questo blog, il mio indirizzo email, i pensieri positivi.
Poi torno, coi fiori. A presto.