Sulla paura di buttarsi e di sottoporsi al giudizio altrui
Tempo fa, nella posta di Instagram, ho ricevuto un messaggio da parte di una ragazza molto indecisa sulle proprie passioni che mi domandava come si facesse ad avviare un progetto creativo e a farlo senza timori, senza la paura del giudizio altrui. Le ho scritto che mi occorreva un po’ di tempo per formulare una risposta di senso compiuto. Sono passati circa due mesi e, sebbene ripensi spesso a quel messaggio e al modo più giusto per rispondervi, non le ho mai più riscritto. Ci scrivo un post — mi sono detta — chè magari interessa anche a qualcun altro.
Quando frequentavo il quarto anno di Liceo, la professoressa di inglese organizzò una visita alla mostra Benzine che si teneva alla Triennale di Milano. Era uno splendido e soleggiato giorno di primavera e ricordo che trascorremmo il tempo d’attesa del nostro turno seduti ai tavolini di un bar nel mezzo di Parco Sempione. La professoressa ci spiegò che quella mostra con l’inglese c’entrava poco e nulla, ma che l’aveva visitata con sua figlia — nostra coetanea — e si era convinta che tutti gli adolescenti che conosceva meritassero di assistervi.
La mostra consisteva in una serie di istallazioni, video, giochi interattivi (ne ho trovato un reperto su youtube) il cui obiettivo era comunicare il seguente concetto: è finta l’epoca in cui siamo tutti costretti a fare le stesse cose, nello stesso modo, con gli stessi tempi. E’ giunto il momento di creare mettendoci del proprio, cercando costantemente e ovunque alimento (benzina, per l’appunto) ed energia per la propria mente per darle modo di partorire nuove idee. Usciti dalla Triennale, qualcuno era visibilmente stupito da questa nuova visione delle cose, qualcun altro invece era rassicurato all’idea che avrebbe potuto vivere costruendo il proprio futuro, anzichè rincorrendo le aspettative altrui. Non esagero se dico che quella mostra a me ha un po’ cambiato la vita. Durante quella mattinata ho capito che la mia creatività innata prima o poi avrebbe trovato uno sfogo concreto.
E quindi dove si trova il coraggio? Non si trova, si coltiva. Si parte dalla consapevolezza che in questa nostra età ci è concesso di provare, inciampare e ripartire senza produrre troppi e insormontabili danni e che se si nutre una passione profonda per qualche cosa, difficilmente si riuscirà a sopprimerla.
Io ho iniziato con un blog sgangherato in cui raccontavo tutti i fattacci miei che ho chiuso e riaperto mille volte per la paura di espormi troppo, ho sfornato un sacco di torte dalle composizioni e dagli accostamenti cromatici improponibili, mi sono scattata timidamente i primi selfie — io che detestavo comparire in foto — e pian piano ho modellato questo gioco di fiori e burro affinchè mi assomigliasse sempre più. Il coraggio, a ben pensarci, me lo infonde questo stesso progetto che quotidianamente cresce sotto ai miei occhi e alle mie mani. E’ una sensazione molto appagante a cui non sarei in grado di rinunciare, adesso.
Credo non serva, almeno nelle prime fasi, porsi troppi dubbi sul se e quanto funzionerà. I social e il web in generale regalano la possibilità di condividere e questo già basta per rendere bello e vivo un sogno che inizia. Capisco che ora che tutti sappiamo dell’esistenza di algoritmi, di regolette per far funzionare il proprio account instagram, di colori e inquadrature e filtri che funzionano meglio, la tentazione è quella di imporsi un metodo di lavoro. Mi pare che il rovescio della medaglia di questo mondo di autoimprenditoria digitale, sia che adesso l’unica via possibile per perseguire un sogno sia quella di diventare ricchi, famosi e sommersi di followers come Chiara Ferragni. Che pensiamo a quando guadagneremo dalle nostre passioni prima ancora di aver capito quali siano esattamente le nostre passioni. Ma questo modo di pensare genera parecchia frustrazione. E invece il bello è esplorarsi, indagare sulla propria identità, ritagliarsi del tempo per assorbire suggestioni da tutto quel che ci circonda. E per il resto studiare. Che quello non passa mai di moda.
Ma le parole che più mi hanno colpito di quel messaggio privato sono state le seguenti: “ho paura di dare voce alle mie idee, ho paura del rifiuto, delle critiche”. E sono proprio queste parole che hanno fatto tardare tanto la mia risposta. Mentirei se non ammettessi che quelle paure io le conosco bene e che ho la timidezza che mi scorre nelle vene, ma condividere di fiori è un’urgenza che ho nel cuore e di certo non la tratterrò. Convivo con il timore del giudizio, ma ci sono diverse considerazioni che mi aiutano a placarlo. Tanto per iniziare: sono io a decidere quali aspetti — e in che modalità, aggiungo — della mia vita pubblicare e, quindi, sottoporre al giudizio altrui. Pensarci mi fa stare molto, molto tranquilla. E poi, ancora: nella maggior parte dei casi ci segue chi si sente affine a noi, non chi ci detesta. Se il nostro approccio sarà costruttivo e mai polemico ci ritroveremo soltanto di fronte a piacevoli confronti.
Ma se un poco ho compreso le intenzioni di chi mi ha scritto quel messaggio, la vera paura sta nella possibilità d’esser criticati dai propri amici, offline. Niente paura, vi dico. E’ un timore che vive soltanto nella vostra testa. Siamo giudicati dagli altri molto meno di quanto crediamo. Per di più i vostri amici apprezzeranno la vostra intraprendenza e festeggeranno i vostri traguardi. E statene certi: se vi prenderete cura del vostro progetto creativo con gioia ed entusiasmo, difficilmente un giudizio negativo vi scalfirà. Provare per credere.
La primavera è un buon momento per iniziare. Basta metterci il cuore. E i fiori, quelli sempre.
La spinta per terminare questo post (che era nelle bozze da tempo) me l’ha data Debora Dusina che su instagram ultimamente sta trattando il tema del timore di mostrare volto e voce nelle stories, per paura di essere giudicati. Chissà poi da chi. Io stessa non amo riprendermi con il telefono, ma il coraggio poco a volta lo si trova. Non c’è motivo per cui vergognarsi.

I prossimi appuntamenti
- 3 Marzo – workshop di Tortecoifiori a Padova presso This Is Home B&b SOLD OUT
- 30 Marzo – “Canzoni coi fiori di carta – house concert + aperitivo” a Bologna. Cantano Giulia Pratelli e The Heart And The Void. Potrete assaggiare una Tortecoifiori e avrete in omaggio una creazione di Voce di Carta. Info/prenotazioni: saraanna.allori@gmail.com
- 31 Marzo – workshop di Tortecoifiori a Bologna presso Oui Fleurs SOLD OUT
- 13 Aprile – workshop di Tortecoifiori a Legnano (MI) presso Flower Art by Matteo Crugnola. Per info/iscrizioni scrivi a info@flowerartmatteocrugnola.com. POSTI IN ESAURIMENTO.
- 4 Maggio – workshop di Tortecoifiori a Ceglie Messapica (BR) presso Fikus Puglia. Per info/iscrizioni scrivi a info@fikuspuglia.it. POSTI IN ESAURIMENTO
Assolutamente è la verità! E’ il dilemma di fronte al quale mi trovo ogni volta per ripartire, il coraggio di essere se stessi. Questo non significa avere una maschera ed essere finti, perchè in questo caso il primo “nemico” siamo noi stessi, come dici tu. Grazie per questo articolo!
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A me non piace troppo l’espressione sii te stesso… Siamo in continua evoluzione e quella che sono oggi potrebbe non rispecchiarmi tra qualche anno. Preferisco: sii ciò che vuoi. Proviamoci ogni giorno.
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